CENT’ANNI DI TRASPORTO CITTADINO
dall’ombnibus all’autobus (1880-1980)
MOSTRA DALL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO DI TPER 4-29 settembre
Palazzo d’Accursio, Sala d’Ercole (Piazza Maggiore, 6), da martedì a domenica dalle 10 alle 19
Un secolo di trasporti cittadini, dal 1880 al 1980, in una mostra che raccoglie una selezione delle più belle fotografie dall’archivio di TPER: dal 4 al 29 settembre, nella Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio (Piazza Maggiore, 6) sarà allestita la mostra Cent’anni di trasporto cittadino, dall’omnibus all’autobus, promossa da Comune di Bologna, Cineteca di Bologna e TPER Spa, a cura di Rosaria Gioia e Giuseppe Savini.
80 gli scatti in mostra, realizzati dai tanti fotografi che hanno raccontato per immagini la storia della nostra città: Paolo Bassanelli, Walter Breveglieri, Giuseppe Cavazza, Nino Comaschi, Aldo Ferrari, Umberto Gaggioli, Primo Gnani, Sam Haskins, Pietro Poppi, Enrico Scuro, Studio Camera.
Cent’anni di trasporto cittadino, dall’omnibus all’autobus sarà visitabile tutti giorni tranne il lunedì, dalle ore 10 alle ore 19, a ingresso libero.
Cento anni di trasporti a Bologna, l’omnibus, il tram, l’autobus, il bibus: un lavoro continuo, inesausto, che non può finire, che ha coinvolto migliaia di lavoratori bolognesi. Cambiano le vetture, spariscono i cavalli, arriva l’elettricità, bisogna moltiplicare i binari, i tram vanno fuori porta… Una lunga storia che si è potuta ricostruire attraverso le tante immagini conservate nell’archivio TPER – la cui digitalizzazione è stata recentemente portata a termine dalla Cineteca di Bologna – ma anche grazie alla disponibilità di altri archivi pubblici e privati.
Oggi diamo tutto per scontato, ma nulla di questa epopea è stato scontato. Tutto è stato il frutto di battaglie, invenzioni, progetti, scelte, investimenti, lavoro; il trasporto è cresciuto con la città, con i suoi cittadini ed è divenuto, anno dopo anno, un servizio essenziale, determinante, per la vita di tutti. Tutti prendiamo l’autobus, come tutti prendevano il tram o l’omnibus.
Un mezzo democratico, dove una comunità s’incontra, anche se tutti hanno direzioni diverse; un luogo di riposo, chiacchiere, sguardi, gentilezze, innamoramenti, piccoli litigi.
I protagonisti di questa mostra sono anche i passeggeri, i milioni di passeggeri che hanno usato i mezzi a Bologna, protagonisti anonimi, che rendono necessario l’incessante movimento che le foto esposte in mostra congelano in un attimo. Ma i protagonisti sono anche le tante donne e uomini che hanno fatto parte della grande comunità dei tranvieri, una collettività professionale, politica, sociale e anche sportiva che ha avuto il suo indubbio peso nella vita cittadina.
Ormai questo mezzo di trasporto ci è talmente familiare che quasi non lo vediamo; eppure, attraverso le fotografie ci accorgiamo che definisce un’epoca. A volte le strade, i palazzi restano, per decenni, uguali, ma il tram o l’autobus dichiarano subito il decennio, l’epoca in cui lo scatto è stato realizzato.
Poi, inevitabilmente, i tram e gli autobus incontrano la Storia: il fascismo, la guerra, le bombe, gli scioperi, il ’77 e il 2 agosto e, anche se il mondo cambia, e addirittura un fotografo (Sam Haskins) trasforma l’autobus in una forma d’arte, gli autobus, i tram, continuano le loro corse e, possiamo scommetterci, saranno in funzione ancora molto, molto a lungo.